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venerdì 9 maggio 2014

পহেলা বৈশাখ - Bangla New Year - Capodanno Bengalese

The Bangladeshi community in Rome has just celebrated their New Year in a great and coloured festival that lasted for five days. 
Known either as the পহেলা বৈশাখ (pohela boishakh = First of boishakh month) or as নববর্ষ (noboborsho = New Year), the Bengali New Year is celebrated woldwide according to Bengali Calendar, which, as other Southern Asian calendars, commences in mid-April of the Gregorian Year, with Boishakh month as the first. 
Traditionally a rural festive occasion because of the link with rice harvest time, during the centuries Bengali New Year has become a great festival held in both rural and urban context. The Bengali New Year starts at dawn and is marked by processions, fairs, folk and traditional music and dance events. People start this auspicious day cleaning their houses and then, dressed in new and fancy traditional clothes, invite relatives and friends as guest to spend the day together eating special dishes and enjoying the event.   
 In Dhaka, the capital of Bangladesh, New Year is celebrated with massive gatherings and parades, the most famous of which, the Mongol Shobhajatra, is organized by the students of the Faculty of Fine Arts of Dhaka University. Here and in other big cities, the day is marked by several fairs decicated to every aspect of Bengali culture, from dance to music and from food to handicraft. 
As I was saying, this festival is held every year not only in Bangladesh and in the indian state of West Bengal, but also in every country in which Bengali community live. Since Italy is the second European country for Bengali residents after UK, New Year's fair (বৈশাখী মেলা, Boishakhi Mela) is a steady occasion for the Roman Bangladeshi community to celebrate and also to let italian people know their culture and traditions.      
This year, from the 1st to the 5th of May, here in Rome Bangladeshi community celebrated their New Year with a great and coloured festival. According to the statistical survey taken by Rome municipality in 2012, the Bangladeshi community is one of the most numerous in the capital, with approximately 19000 legal residents. This Year (1421 according to Bengali calendar) the festival has reached its fifteenth edition and has been organized by many bangladeshi associations, headed by Dhuumcatu, one of the most famous association here in Rome, with nearly 10000 members. It has been held in a public park at Casalbertone, a neighborhood in the eastern part of Rome close to the ones with more bangladeshi residents, namely Prenestina area and Tor Pignattara (known locally as "Bangla Town"). Starting at 8:00 pm, along with several food and handicraft stalls, there has been music and dance performances, together with art exhibition and public meeting and debates about the socio-economic issues of migrants and the improvement of multicultural cohabitation. Other themes have been the promotion of ecological sustainability, the experiences of second generations and proposals about the betterment of the neighborhood (in fact, the very spot of the event has been looked after by Dhuumcatu members, who has cleaned it and prevented illegal activities such as prostitution or drug trafficking to take place).   
 This event is the proof that multicultural cohabitation is a potential reality which can be gained only by showing the daily life of migrants and by letting italian people know bangladeshi culture and traditions. Unfortunately in Italy still exists a lot of misconceptions (not to say ostility) about migrants, because of unawareness and ignorance and also because of the xenophobical propaganda of many political right-wing parties. So, only through event like this we can learn about other cultures and promote multiculturalism. 
 I've personally been at the festival with Maria Grazia Priori, a talented photographer whose great photos can be seen here. I really would like to thank her for her contribution, hoping that it will continue for other reports about Bangladeshi and Southern Asian communities that live here in Rome.
 Finally, I would like to share a curious fact that I've experienced at the festival. As you can see from the photos, I've met a bangladeshi little girl, Prerona, who did a dance performance at the event. Curiously, Prerona has been one of my students last year, during my internship as a teacher of Italian L2 (Italian as Second Language for foreigners) at her Primary School in Rome. Since among the other apprentices I was the only one who can speak bengali, my university sent me to a Primary School in which there are a lot of bangladeshi students and in fact the majority of my students were bangladeshi children. There I worked with Prerona and her schoolmates and I've met also many bangladeshi parents, helping regular teachers in communicating with them during school/families meeting. I've always been greeted with kindness and respect by both the children and their parents, experiencing the extreme need for multicultural and multilinguistic assistance in public sectors, about which in Italy there is still much to do.
Fortunately, events like the Bengali New Year let me hope for the best in the future!!!

 La comunità bangladeshi di Roma ha appena celebrato il suo Capodanno con una festa che è durata cinque giorni.
Conosciuto come পহেলা বৈশাখ (pohela boishakh = primo del mese di Boishakh) o come নববর্ষ (noboborsho = Anno Nuovo), il Capodanno Bengalese è un evento celebrato in tutto il mondo sulla base del calendario bengalese che, come gli altri calendari dell'Asia Meridionale, ha inizio a metà Aprile del calendario Gregoriano, con il Boishakh come primo mese dell'anno.
Tradizionale festività rurale collegata al raccolto del riso, durante i secoli il Capodanno Bengalese è diventato un grande evento che si tiene sia nelle zone rurali che in quelle urbane. Il Capodanno inizia all'alba e la giornata è caratterizzata da processioni, fiere ed eventi di musica e danza folk e tradizionale. La gente dà inizio a questa lieta giornata pulendo a fondo la casa e poi, vestita in abiti tradizionali, invitando parenti e amici per passare la festa insieme mangiando cibi particolari e partecipando all'evento.
A Dhaka, la capitale del Bangladesh, il Nuovo Anno viene celebrato in grandi raduni e parate, la più famosa delle quali, la Mongol Shobhajatra, è organizzata dagli studenti della Facoltà di Arti Figurative dell'Università di Dhaka. Qui e in altre grandi città, la giornata è caratterizzata da numerose fiere dedicate ai vari aspetti della cultura bengalese, dalla danza alla musica e dal cibo all'artigianato.
Come stavo dicendo, questo evento si tiene annualmente non solo in Bangladesh e nello stato indiano del West Bengal, ma anche in ogni paese dove è presente la comunità bengalese. Siccome l'Italia è il secondo paese europeo per numero di bangladeshi dopo la Gran Bretagna, la fiera del Capodanno (বৈশাখী মেলা, Boishaki Mela) è un'occasione consolidata negli anni per la comunità bengalese romana per festeggiare e anche per far conoscere agli italiani la loro cultura e le loro tradizioni.
Quest'anno, dal primo al cinque Maggio, qui a Roma la comunità bangladeshi ha celebrato il Capodanno con un grande e colorato evento. Secondo le statistiche elaborate dal Comune di Roma nel 2012, la comunità bangladeshi è una delle più numerose della capitale, con circa 19000 residenti. Quest'anno (il 1421 secondo il calendario bengalese) il festival ha raggiunto la XV edizione ed è stato organizzato da svariate associazioni bangladeshi, capeggiate da Dhuumcatu, una delle associazioni più famose qui a Roma, con circa 10000 membri. Si è tenuto presso il parchetto di Casalbertone, un quartiere della zona est della città vicino a quelli con la più alta concentrazione di bangladeshi, cioè la Prenestina e Tor Pignattara (conosciuta localmente come “Bangla Town”). A partire dalle 20:00, accanto a numerosi stand di cibi tipici e artigianato, ci sono stati spettacoli di musica e danza, insieme a mostre d'arte e incontri e dibattiti pubblici a proposito delle questioni socio-economiche dei migranti e dello sviluppo della convivenza multiculturale. Altri temi sono stati l'ecosostenibilità, le esperienze delle seconde generazioni e proposte sul miglioramento del quartiere (infatti lo stesso sito dell'evento è stato curato dai membri dell'associazione Dhuumcatu, che l'hanno ripulito e hanno evitato che si verificassero attività illegali come la prostituzione e il traffico di droga).
Questo evento è la dimostrazione che la convivenza multiculturale è una potenziale realtà che può essere pienamente raggiunta solo mostrando la vita quotidiana dei migranti e facendo sì che gli italiani possano conoscere la cultura e le tradizioni bangladeshi. Sfortunatamente, in Italia esistono ancora molti pregiudizi (per non dire aperta ostilità) verso i migranti, a causa dell'ignoranza e anche a causa della propaganda xenofoba di molti partiti di destra. Quindi, è solo attraverso eventi come questo che si può imparare qualcosa di nuovo sulle altre culture e promuovere il multiculturalismo.

Sono personalmente stata al festival insieme a Maria Grazia Priori, una fotografa di talento che ha scattato le foto qui presenti. Colgo l'occasione per ringraziarla per il suo contributo, sperando che la nostra collaborazione possa continuare per altri report sulla comunità bangladeshi o sulle altre dell'Asia Meridionale.
Infine, vorrei condividere un fatto curioso che mi è successo alla festa. Come si può vedere dalle foto, ho incontrato una ragazzina bangladeshi, Prerona, che si era appena esibita in uno spettacolo di danza. Curiosamente, Prerona è stata una dei miei studenti l'anno scorso, durante il mio tirocinio come insegnante di Italiano L2 (Italiano come seconda lingua per stranieri) presso la sua scuola Primaria. Visto che tra i tirocinanti ero l'unica che sapeva parlare bengali, la mia università mi ha mandato in una scuola con molti studenti bangladeshi e infatti la maggioranza dei miei studenti era di origine bengalese. Lì ho lavorato con Prerona e con i suoi compagni e ho anche conosciuto molti genitori bangladeshi, attraverso l'attività di mediazione linguistica e culturale svolta durante i colloqui scuola/famiglie. Sono sempre stata accolta con gentilezza e rispetto sia dai bambini che dai genitori, facendo personale esperienza dell'estremo bisogno di assistenza multiculturale e multilinguistica del settore pubblico, fattore in cui l'Italia ha ancora molta strada da fare.
Fortunatamente, eventi come il Capodanno Bengalese mi fanno ben sperare per il futuro!!!

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